Il giro del mondo in 80 spirits: guida all’acquisto di liquori nel mondo

Il giro del mondo in 80 spirits: guida all’acquisto di liquori nel mondo

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Stai pianificando un viaggio, ma non vuoi fermarti a visitare solo musei e monumenti? Si sa, la cultura passa anche per il cibo, quindi perché non avventurarti alla ricerca dei liquori tipici della tua prossima meta? Souvenir migliore di così, non c’è!



Baijiu (Cina)

Il baijiu, il cui nome significa letteralmente "liquore bianco," "alcol bianco" o "spirito bianco", è un liquore tipico della tradizione cinese. Ottenuto dl sorgo (anche noto come saggina) o da altre piante simili quali riso o mais - e fermentato con l’agente “qu”, noto in Cina da millenni - è la bevanda alcolica più consumata nel Paese ed è particolarmente amato dalle generazioni più anziane.

Considerato la bevanda alcolica cinese per eccellenza, differisce nettamente dal sake giapponese e dal soju coreano, spesso erroneamente considerati simili. La sua gradazione alcolica si aggira fra i 30 e i 60 gradi, e viene spesso servito durante le cene aziendali o eventi importanti. Da poco tempo esiste anche il World Baijiu Day, che si celebra il 9 agosto.



Becherovka (Repubblica Ceca)

Conosciuta anche come Třináctý pramen (ossia “Tredicesima fonte”), la Becherovka è un liquore prodotto a Karlovy Vary, in Repubblica Ceca. Inventato dal dottor Josef Vitus Becher agli inizi del 19° secolo col fine di creare un medicinale digestivo, viene oggi usato anche per curare mal di gola e raffreddore, diluito in acqua.

Prodotto con venti erbe medicinali segrete, alle quali si combina l’acqua minerale della città in cui è nato, questo spirit dal gusto dolce-amaro viene fatto invecchiare in vecchie botti di rovere. Il tutto contribuisce a dargli il suo sapore caratterstico, che in molti hanno cercato di imitare, senza successo. In Repubblica Ceca è il liquore tipico delle festività natalizie.

Pisco (Perù)

Acquavite di origine sudamericana, realizzata attraverso la distillazione di vino bianco e rosato. È prodotto sia in Perù che in Cile, e per questo i due Paesi se ne contendono l’origine; tuttavia, questo spirit prende il nome dall’omonima città peruviana, fondata prima ancora della conquista spagnola. 

Diverso è anche il metodo di preparazione fra un Paese e l’altro: se in Cile è consuetudine farlo invecchiare in botti di legno, in Perù esso deve essere conservato - per legge! - in recipienti di vetro, e deve essere distillato solo una volta. È assolutamente proibito diluirlo con acqua, altrimenti diventa difficile cogliere il retrogusto delle uve coltivate localmente. Turista avvisato, mezzo salvato! 



Ouzo (Grecia)

Nato in Grecia, probabilmente sull’isola di Lesbo, è un distillato realizzato con anice e mosto d’uva, il cui sapore richiama la nostra grappa. Dalle origini incerte, si pensa che derivi dal raki, liquore il cui uso risale al periodo dell’Impero Ottomano. Se siete amanti della storia, non potete perdervi il museo ad esso dedicato, a Plomari. In terra natìa viene spesso servito d’estate, allungato con acqua, e accompagnato da stuzzichini di vario genere.

Una caratteristica particolare è il suo colore: sebbene di base sia trasparente, quando esso entra in contatto con l’acqua o il ghiaccio assume un bianco lattiginoso perché gli oli essenziali contenuti nella miscela si disperdono proprio nell’acqua. Se siete amanti della storia, non potete perdervi il museo ad esso dedicato, a Plomari.



Soju (Corea del Sud)

Potrebbe suonarvi strano, ma è il liquore più consumato al mondo. Di che parliamo? Ma del soju, naturalmente! Liquore coreano per eccellenza, si realizza con il riso ma ad oggi ne esistono numerose varianti, di diversi gusti - dal pompelmo, alla fragola. 

Si stima che un adulto coreano ne consuma ben 90 bottiglie all’anno - e non è difficile comprenderne il motivo: è davvero onnipresente. Bevuto in casa, durante una cena fuori fra amici e persino durante un pranzo tra colleghi non importa, ciò che conta è che vi siano almeno un paio di bottiglie ad accompagnare ogni pasto. Negli ultimi anni, si è diffuso sempre più il somaek, un misto di birra e soju, che lo rendono ancora più beverino!

Mezcal (Messico)

La vostra meta dei sogni è il rovente Messico? Allora non potete perdervi un assaggio del mezcal! Non confondetevi, però: il mezcal è diverso dalla tequila, non solo per metodi di lavorazione ma anche per tipo di pianta utilizzata. Per realizzare il mezcal, infatti, è necessario impiegare il 100% di agave, a differenza della tequila, e a causa del metodo di produzione esso ha un sapore finale leggermente affumicato.

La particolarità del Mezcal, però, è un’altra: le varietà più pregiate spesso vengono imbottigliate con una larva sul fondo della bottiglia, utile a conferirgli un sapore deciso e quasi speziato. Voi avreste il coraggio di berla?



Slivovitz - Serbia

Se preferite il clima mite dell’Europa orientale, allora lo Slivovitz è d’obbligo! Prodotto attraverso la fermentazione di prugne, è noto nei Paesi anglosassoni con il nome di Old Plum Brandy, mentre nei Paesi slavi è anche chiamato Raikja. È la bevanda tradizionale serba, ma viene prodotto anche nei Paesi vicini come Croazia e Slovenia. 

Ha un retrogusto amaro, che ricorda quello delle mandorle, e il suo colore varia a seconda del metodo di invecchiamento: se lasciato in botti di legno, assumerà un colore ambrato, mentre manterrà un colore cristallino se lasciato in recipienti di vetro. Se avete amici locali, fatevi servire quello prodotto da loro: non c’è serbo che non lo autoproduca (ed anzi, affermano che sia anche più buono!).

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